Il 21 giugno ho fatto un incidente in macchina che, come ogni trauma, genera un prima e un dopo.
Quella mattina sono uscita di casa in macchina e la mia strada e quella di un camion si sono incrociate. L’impatto è stato violento e forte. I miei occhi sono rimasti aperti mentre tutto accadeva come a rallentatore. Ogni pensiero si è dissolto e si è aperto uno spazio nel quale mi sono sentita intensamente toccata dalla vita e dalla morte insieme. La macchina si è distrutta, io quasi per niente. Lentamente sono tornata alla vita quotidiana ma una parte di me è rimasta li, con quella forte paura di morire e un secondo dopo l’euforia per essere ancora viva.
E’ stato grazie al respiro e allo yoga che sono potuta tornare nel corpo nonostante la paura rimasta impressa nelle ossa. Respirando piano piano sto richiamando quella parte, sciogliendo la paura e ricominciando a sentire il corpo come un luogo sicuro.
E’ stata un’esperienza difficile arrivata in un periodo altrettanto difficile sotto altri punti di vista, ma grazie ad essa si è aperta una nuova finestra sull’impermanenza che spero rimanga aperta.
Sono grata di potermi ricordare più spesso che tra un istante potrei non esserci più e felice di mettermi ancora più al servizio di questo grande mistero che avvolge tutto.